giovedì 27 gennaio 2011

Sguardi cittadini 2

Un uomo al telefono che cammina nervosamente sul marciapiede. L'orientale sbatte il tappeto con un'asta di ferro facendo un rumore sordo. La polvere si sprigiona e si sparge su tutto il terrazzo e anche, in parte, finisce sulla testa dell'uomo.


Macchine che sembrano seguire un preciso copione, ogni cinque una mette la freccia e si inserisce nell'incrocio e aspetta il suo turno per passare. Un autobus dell'ATM, giallo, che rallenta il traffico. Seguito da tre macchine, blu, grigia e azzurra.


L'orientale è sparito, ma torna presto con una scopa. Uomini che camminano sul marciapiede ed intralciano la camminata nervosa, che continua anche dopo la telefonata. Gente che attraversa la strada senza rispettare alcuna segnaletica con la pretesa di raggiungere l'altro capo.


L'uomo se ne va, forse irritato o forse soddisfatto. L'orientale butta la polvere in sacchetto azzurro che poi porta in casa. La gente è sparita. Solo le auto continuano imperterrite a passare senza alcuna sosta.

mercoledì 26 gennaio 2011

Sguardi cittadini

Una donna che cammina, i capelli biondi, gli occhi verdi, il seno prosperoso, ma nascosto. Gonna inguinale senza leggings in pieno inverno. Il freddo percepito dai passanti anche per lei, nonostante riscaldati dall'eccitazione momentanea.


Uomini di entrambi i sessi che camminano verso direzioni quasi ignote per chi li sta ad osservare, ben conosciute, a quanto pare, per loro che hanno un passo deciso. Sembrano non vedere nulla se non una linea disegnata nella loro mente che ne delinea il percorso da seguire, come ogni mattina, come ogni giorno della lunga settimana lavorativa.


Auto e metallo che navigano in un mare di catrame caldo e puzzolente delimitate da confini non immaginari, ma ben definiti da una sostanza chimica di apparente colore bianco chiamata "vernice".


Palazzi alti fino al cielo cupo, a volte, nel tentativo, pare, di respirare un po' di ossigeno purificato dagli scarichi di mezzi che non hanno nulla a che fare con la natura del mondo sul quale essi pretendono di coesistere con i loro creatori, che ormai non ne possono più fare a meno, come degli adolescenti che hanno appena scoperto il sesso o i pompini.


Il tutto condito da dei rettangoli di carta elaborata e colorata, con colori particolari, e stampati da pochi uffici sparsi nel mondo detto civile. Uomini che cercano di appropriarsi di questa carta e disposti a compiere qualunque azione.


Carta che non brucia se convertita in impulsi elettrici, ritenuti di maggior valore della carta stessa, anche se scritta con del vero inchiostro.

lunedì 10 gennaio 2011

Il regno di Shalonay...

...si trova in un'altura, troppo alta per essere attaccato e troppo bassa perché nevicasse.

Nel regno di Shalonay tutti sono sempre felici, la tristezza è quasi sconosciuta. Il Re di Shalonay è un bravo Re, in grado di donare felicità senza sprecare l'oro. L'oro si che è ben costudito, nel regno di Shalonay.

Ogni anno, verso estate, i regni confinanti cercano di attaccare il regno di Shalonay, ma nessuno è mai riuscito ad oltrepassare le mura. Tutti vorrebbero rubare la felicità del regno, ma nessuno sa come fare. Quando il regno viene attaccato la popolazione diventa triste, per convincere i nemici che la felicità non esiste, anche se questo non era vero.

Il regno di Shalonay era un posto tranquillo, fino a che il Leccapiedi non decise di impadronirsi dell'oro e del segreto della felicità.

lunedì 3 gennaio 2011

Anno nuovo...

...vita nuova, almeno questo si dice.

Sta di fatto che è iniziato il secondo decennio del nuovo millennio, anche se in Italia le cose non sembrano molto cambiate dall'inizio dell'ultimo decennio del vecchio millennio.


La politica fa rabbrividire e gli italiani cercano la disperata apparizione in tv come se fosse il loro scopo di vita, come Vasco ci racconta in una canzone del 94. 

Quando inizieremo a cambiare veramente?