lunedì 28 marzo 2011

La beffa dei tagli mancati...

In tempo di crisi dove in tutti settori ci sono dei tagli, la politica pensa bene di annullare i tagli a se stesse. Cioè gli stipendi pagati dallo stato a certi soggetti politici sono stati aumentati.

giovedì 24 marzo 2011

Fa ridere dove in Italia si trovano i soldi per finanziare la cultura

La cultura è alla base di ogni democrazia e deve essere tutelata in ogni modo e con ogni forma per poter garantire una libertà di pensiero adeguata. La cultura permette a ognuno di formare le proprie opinioni personali, dando strumenti di apprendimento e di pensiero.


La cultura è da sempre finanziata in parte dallo Stato, anche se con il Governo Berlusconi e con l'alibi della crisi si voleva togliere soldi al sapere comune. Un attentato alla democrazia che si stava per tradurre in realtà. Perché se la cultura viene totalmente finanziata dai privati si finisce per avere propaganda e non libera espressione del pensiero.


Il Governo ha ben pensato di trovare questi soldi, per altro tolti al FUS con la finanziaria, aumentando di 1 o 2 centesimi l'accisa sul prezzo dei carburanti. In sostanza, hanno fatto un'azione che serve solamente ad alimentare la crisi già in atto, perché l'aumento della benzina in un periodo come questo, con disordini nei paesi produttori, e come suicidarsi, economicamente parlando.


Il Governo dei fatti, anziché trovare i soldi riducendo degli sprechi evidenti, come ad esempio riducendo le 75.000 auto blu in dotazione ai soggetti più svariati nel jetset italiano e ovviamente pagate dalla Stato (cioè da noi) oppure riducendo lo stipendio dei parlamentari (sia mai che morissero di fame) oppure che riducessero qualche beneficio sempre ai parlamentari (come il barbiere del Parlamento o le note spese), ha preferito aggravare sulle spalle degli italiani il costo della cultura.


In pratica anche la cultura si trasforma in qualcosa di privato, come se ogni italiano fosse obbligato a pagarsi una scuola o un'università privata se volesse fruire della formazione necessaria. Il Governo Berlusconi continua a favorire chi ha il reddito alto e con quest'ultima azione favorisce il crescere delle opinioni che definiscono la cultura come qualcosa di inutile.


In pratica, Berlusconi è riuscito a cogliere due piccioni con una fava. Il problema che i benefici non sono a favore degli italia o dell'Italia, ma a favore di se stesso e della sua cerchia di conoscenti.

mercoledì 23 marzo 2011

martedì 22 marzo 2011

Che figura che l'Europa sta facendo...

Se la missione Odyssey Dawn sembrava partita in pompa magna, tutti d'accordo per risolvere la questione libica, si è presto trasformata in una questione di controllo politico della leadership.


Gli USA vorrebbero consegnare il potere alla NATO, ma la Francia ribadisce di volerlo. Alcuni paesi si tirano indietro e l'Italia fa i capricci rifiutando di dare le basi se la NATO non controlla la missione. Insomma, nessuno si fida di nessuno perché tutti temono di non ottenere il giusto potere sulla Libia. 


Come sempre gli interessi economici sono più importanti sia della vita delle persone e sia della sicurezza del continente europeo, in serio pericolo se l'operazione dovesse fallire.


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lunedì 21 marzo 2011

Siamo in Guerra?

Oggi è il terzo giorno dell'operazione "Odyssey Dawn" iniziata sabato con un attacco da parte dei caccia francesi contro l'esercito di Gheddafi. L'Italia è scesa in campo prima con le basi e all'alba con i primi tornado, che hanno contribuito all'abbattimento delle forze contraeree di Gheddafi.


Napolitano continua a sostenere che non siamo in guerra, che stiamo agendo per conto dell'Onu. Ma qual è la differenza?


Per dirla tutta, noi siamo in guerra. I fatti parlano chiaro, solo che in un periodo già difficile per la crisi e per quel che è successo in Giappone, pare che i nostri politici vogliano tenerci buoni. Ma è giusto? Penso che la verità debba essere comunicata sempre, in ogni caso.



martedì 15 marzo 2011

Le pessime amicizie di Berlusconi

In questi giorni i rivoluzionari libici stanno perdendo potere e il primato in alcune città precedentemente conquistate. L'esercito di Gheddafi sta avanzando e sta tentando di riportare il comando completo del paese nelle mani del raìs.


Fino a due mesi fa', Berlusconi non perdeva occasione nel sfoggiare la sua amicizia sincera e profonda con Gheddafi, invitandolo più volte a Roma e nelle sue ville. Ma ora, con la situazione aggravata, non rilascia alcuna dichiarazione nella quale ammetta il suo errore o parli direttamente del dittatore libico.


Berlusconi ha sbagliato nel formalizzare un'amicizia e nel renderla così pubblica con un soggetto al capo di uno stato instabile come la Libia. Gli accordi commerciali sono state delle azioni di politica estera molto intelligente, perché hanno portato dei benefici al nostro paese in termini di prezzi agevolati e rapporti economici forti, ma il rapporto con Gheddafi doveva fermarsi a questo: un semplice rapporto diplomatico.


Ora, Gheddafi accusa l'Italia di averlo tradito e non vede l'ora di allearsi con AlQaeda con l'obiettivo di attaccare l'Europa, e in primo luogo l'Italia, con una guerra santa. Se Berlusconi avesse calcolato meglio i rischi che ne sarebbero potuti derivare da una tale amicizia, forse non ci troveremmo in questa situazione spiacevole.


Dobbiamo solo sperare che l'Europa e l'Onu ci aiutino a proteggerci dagli eventuali attacchi militari e che, soprattutto, decidano al più presto come affrontare la situazione: se rimanere a guardare o se aiutare i ribelli.


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