giovedì 24 marzo 2011

Fa ridere dove in Italia si trovano i soldi per finanziare la cultura

La cultura è alla base di ogni democrazia e deve essere tutelata in ogni modo e con ogni forma per poter garantire una libertà di pensiero adeguata. La cultura permette a ognuno di formare le proprie opinioni personali, dando strumenti di apprendimento e di pensiero.


La cultura è da sempre finanziata in parte dallo Stato, anche se con il Governo Berlusconi e con l'alibi della crisi si voleva togliere soldi al sapere comune. Un attentato alla democrazia che si stava per tradurre in realtà. Perché se la cultura viene totalmente finanziata dai privati si finisce per avere propaganda e non libera espressione del pensiero.


Il Governo ha ben pensato di trovare questi soldi, per altro tolti al FUS con la finanziaria, aumentando di 1 o 2 centesimi l'accisa sul prezzo dei carburanti. In sostanza, hanno fatto un'azione che serve solamente ad alimentare la crisi già in atto, perché l'aumento della benzina in un periodo come questo, con disordini nei paesi produttori, e come suicidarsi, economicamente parlando.


Il Governo dei fatti, anziché trovare i soldi riducendo degli sprechi evidenti, come ad esempio riducendo le 75.000 auto blu in dotazione ai soggetti più svariati nel jetset italiano e ovviamente pagate dalla Stato (cioè da noi) oppure riducendo lo stipendio dei parlamentari (sia mai che morissero di fame) oppure che riducessero qualche beneficio sempre ai parlamentari (come il barbiere del Parlamento o le note spese), ha preferito aggravare sulle spalle degli italiani il costo della cultura.


In pratica anche la cultura si trasforma in qualcosa di privato, come se ogni italiano fosse obbligato a pagarsi una scuola o un'università privata se volesse fruire della formazione necessaria. Il Governo Berlusconi continua a favorire chi ha il reddito alto e con quest'ultima azione favorisce il crescere delle opinioni che definiscono la cultura come qualcosa di inutile.


In pratica, Berlusconi è riuscito a cogliere due piccioni con una fava. Il problema che i benefici non sono a favore degli italia o dell'Italia, ma a favore di se stesso e della sua cerchia di conoscenti.

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