martedì 15 marzo 2011

Le pessime amicizie di Berlusconi

In questi giorni i rivoluzionari libici stanno perdendo potere e il primato in alcune città precedentemente conquistate. L'esercito di Gheddafi sta avanzando e sta tentando di riportare il comando completo del paese nelle mani del raìs.


Fino a due mesi fa', Berlusconi non perdeva occasione nel sfoggiare la sua amicizia sincera e profonda con Gheddafi, invitandolo più volte a Roma e nelle sue ville. Ma ora, con la situazione aggravata, non rilascia alcuna dichiarazione nella quale ammetta il suo errore o parli direttamente del dittatore libico.


Berlusconi ha sbagliato nel formalizzare un'amicizia e nel renderla così pubblica con un soggetto al capo di uno stato instabile come la Libia. Gli accordi commerciali sono state delle azioni di politica estera molto intelligente, perché hanno portato dei benefici al nostro paese in termini di prezzi agevolati e rapporti economici forti, ma il rapporto con Gheddafi doveva fermarsi a questo: un semplice rapporto diplomatico.


Ora, Gheddafi accusa l'Italia di averlo tradito e non vede l'ora di allearsi con AlQaeda con l'obiettivo di attaccare l'Europa, e in primo luogo l'Italia, con una guerra santa. Se Berlusconi avesse calcolato meglio i rischi che ne sarebbero potuti derivare da una tale amicizia, forse non ci troveremmo in questa situazione spiacevole.


Dobbiamo solo sperare che l'Europa e l'Onu ci aiutino a proteggerci dagli eventuali attacchi militari e che, soprattutto, decidano al più presto come affrontare la situazione: se rimanere a guardare o se aiutare i ribelli.


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